Leopardi moralista by Chiara Fenoglio

Leopardi moralista by Chiara Fenoglio

autore:Chiara Fenoglio
La lingua: ita
Format: epub
editore: Marsilio
pubblicato: 2020-10-24T15:51:32+00:00


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Come è facile aspettarsi, nel suo lavoro di antologista Leopardi espunge tutti i riferimenti dottrinari o religiosi: nel caso del brano Costumi dei bruti circa la procreazione e la educazione dei figliuoli, per esempio, viene lasciata cadere la premessa secondo cui «Chi già negò negli Animali ogni moto, non mentì sì bruttamente a i Sensi, come bruttamente mentisce alla Ragione chi neghi in detti animali il primo Motore immobile, qual è Dio»49. Nella Crestomazia permangono solo i due successivi capitoli, dove le comunità animali sono distinte per lealtà, modestia, ordine, dalle società umane e nessun riferimento troviamo alla discussione delle tesi meccanicistiche o della provvidenza divina. Così purgato, il brano potrebbe essere tratto da Plinio non meno che da un manuale di storia naturale settecentesca. Come ha mostrato Giulio Bollati, Leopardi rielabora il testo segneriano con estrema libertà, arrivando talora a eliminare interi paragrafi50; in altri casi, invece, la trascrizione è fedelissima, come nella sezione relativa alle cure destinate dagli animali alla preparazione del nido e a tutte quelle astuzie tese alla protezione dei cuccioli – come nel caso della «rondinella» che difende i suoi piccoli «da certi vermini con le foglie dell’apio», o del «rosignuolo» che «non teme di assuefarli infin con la vipera; e così imbelle com’egli è, col rostro, con l’ale, confida di lacerarla, se tanto gli riesca, o di porla in fuga». Cade, invece, la sezione conclusiva, secondo cui «questa numerosa Repubblica di Animali […] rende da tutti i lati dell’Universo una testimonianza incessabile e incontrastabile alla esistenza divina»51.

Gli animali, secondo Segneri, perseguono il loro fine pur ignorandolo: le loro azioni vanno addebitate a «un Artefice superiore, il qual conoscendo questo fine per esse, imprime in esse parimenti l’istinto da conseguirlo». Mantenendo una posizione mediana tra la tesi cartesiana che faceva degli animali mera res extensa, e quella di Voltaire secondo cui gli animali non differiscono sostanzialmente dagli uomini, Segneri come Bossuet vede in essi creature di Dio, esseri senzienti ma non raziocinanti, creati per testimoniare la sapienza e la grandezza dell’Artefice: il loro comportamento discende pertanto da puro istinto, e non è correggibile poiché nessuna educazione è possibile, se non nella forma degradata dell’ammaestramento – se così non fosse, in effetti, «men bene opererebbono le prime volte, che l’ultime, mentre veggiamo che […] la prima volta che la Rondinella piglia a fabbricare il suo nido, lo fa sì bene, come la volta seguente»52.

Questa rondinella, che operosamente ma quasi inavvertitamente edifica il suo nido, si riempie in Leopardi di “spirito”, si umanizza e diventa vigile, consapevole di sé e forse del suo compito di consolazione nell’ordine di natura:

Qual fui! Quanto dissimile

Da quel che tanto ardore,

Che sì beato errore

Nutrii nell’alma un dì!

La rondinella vigile,

Alle finestre intorno

Cantando al novo giorno,

Il cor non mi ferì.



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